Riqualificazione area centrale, ex industriale
Privato - Ponte San Giovanni, Perugia (PG) - 2017

L’ area di intervento, ubicata a Perugia Ponte San Giovanni, è la ex sede del mulino Ponte. Si affaccia ad est sul fiume Tevere e ad ovest sull’abitato, ha una superficie totale di circa mq 37.985, ed è pianeggiante. Gli immobili esistenti sono costituiti dal nucleo principale comprendente il silo del grano, il mulino, l’edifico della la pulitura, gli uffici e la cabina ENEL per una volumetria totale di circa mc 48.600; altri immobili a destinazioni varie e privi di attività per una complessiva cubatura di mc 60.367. (per la tettoia ed il magazzino si è calcolato il 50% delle cubatura effettiva). La proprietà originaria comprendeva l’immobile del pastificio di circa mc 55.260, andato distrutto da un incendio nell’anno 1992. La cubatura totale è di mc 115.627, pari ad una densità fondiaria di circa 52.000 mc ad ettaro. Le caratteristiche strutturali e tipologiche degli edifici esistenti sono tali che da non poter essere recuperati per destinazioni diverse dalle attuali. Il silo grano infatti, che ha una superficie di circa 720 mq per un’altezza fuori terra di 53,00 ml, non può essere riutilizzato per la sua struttura cellulare interna in cemento armato e per il suo involucro esterno in c.a. Il progetto prevede la piena disponibilità dell’area da ottenere mediante la demolizione degli edifici esistenti che, realizzati negli anni 50-60, non hanno alcun valore archeologico-industriale e tantomeno architettonico, oggi quasi interamente dismessi ed in futuro assolutamente inutilizzabili ai fini delle esigenze e tecnologie produttive industriali attuali. In particolare il nucleo principale che conteneva il silo-grano, il mulino e la pulitura, per una cubatura di 50.000 mc, è un enorme volume in cemento armato non recuperabile per altre destinazioni in quanto interamente occupato da un fitto sistema di sili interni in cemento armato.La sua immagine esterna non ha alcun valore sia formale che come superficie epidermica. Gli altri manufatti sono capannoni, rimesse e magazzini, di alcuna valenza architettonica. L’insieme di questi volumi ha sempre costituito inoltre una barriera fisica e visiva di contatto fra il nucleo abitato di Ponte San Giovanni ed il fiume. Unici elementi di interesse storico-ambientale dello stato attuale sono i vecchi mulini, l’uno risalente addirittura all’ VIII-IX secolo, segno storico di rilevante importanza dell’attività molitoria delle popolazioni sulla sponda del Tevere; l’altro, più recente, trasformato poi in centrale elettrica, conserva integre le apparecchiature di macinatura da rimettere in vista mediante il disinterramento del vecchio canale che portava l’acqua al molino. Si prevede di recuperare tali strutture con interventi di consolidamento, conservazione e recupero. Nella proposta progettuale importanza prioritaria è stata data alla viabilità in considerazione della scarsa rilevanza di quella attuale. Sulla Via Manzoni, arteria di notevole importanza del nucleo abitato di Ponte San Giovanni, si è previsto uno svincolo rotatorio che, pur regolando il flusso viario della detta via, consente un accesso ed una uscita dal nuovo sistema viario determinato dalla sistemazione urbanistica dell’area in oggetto. Lo svincolo immette in un asse stradale il quale si divarica sul lato sinistro in una nuova arteria che corre tangente al grande parco fluviale per inserirsi nella rotatoria che riceve il traffico di Via Ponte Vecchio per proseguire attraverso il nuovo Ponte di legno; sul lato destro una via di penetrazione serve l’area dei parcheggi e quella dei nuovi insediamenti commerciali, direzionali e residenziali. Come risulta dallo studio dell’impatto sul traffico locale derivante dal nuovo insediamento urbanistico si evince che la costruzione e la futura frequentazione del nuovo centro non perturbano l’attuale configurazione circolatoria; in particolare la considerazione della nuova via che denomineremo Via Tevere come importante strada di collegamento con la Superstrada porta a minimizzare l’entità della perturbazione in Via Manzoni. La soluzione urbanistica è derivata dalla volontà di trasformare l’attuale area ingombra di manufatti vetero-industriali in un ampio “Parco fluviale” di circa 19.000 mq e da considerazioni di carattere geologico per la perimetrazione delle aree inondabili con TR=200 anni con valutazione positiva della compatibilità idraulica dell’intervento e dalla concentrazione, nella zona più elevata, della edificabilità commerciale, direzionale e residenziale, con la previsione di due edifici, uno residenziale e l’altro direzionale, di m 50 di altezza e di un altro residenziale di m 28 di altezza su una piastra a forma pentagonale a destinazione commerciale. Il nucleo residenziale e direzionale sarà servito da un sistema di parcheggi a cielo aperto ed interrati nel numero e superficie di rispetto dei parametri normativi. Nei due molini saranno ubicate le attività museali di carattere storico-ambientale, di ristorazione e ludico-sportive, in relazione al rapporto con l’antistante specchio d’acqua. Risulta evidente che il progetto è destinato a riattivare un’area dismessa con conseguente incremento di produzione e posti di lavoro e che un’architettura di qualità volumetrica e di materia può determinare un segno importante sulla realtà attuale del nucleo abitato di Ponte San Giovanni.